Gentilissima Dottoressa Agozzino,
Le scrivo per una riflessione su alcuni ragazzi d’oggi, ragazzi con capelli rasati, con tatuaggi indescrivibili, vestiti sommariamente sempre pronti a far “casino”, pensati come ragazzi senza valori. Vorrei raccontarle una parentesi di vita che mi ha fatto molto pensare. Qualche tempo fa mio figlio mi mandò un messaggio dicendo che il cane, suo grande amico, stava male; immediatamente sono corso a casa sua e ho visto il povero animale agonizzante, ho chiesto, un po’ arrabbiato, il perché non avesse ancora chiamato il veterinario per mettere fine a quella agonia, preludio di una morte annunciata, ma mio figlio mi disse che lo aveva fatto e che gli aveva prescritto delle pillole per aiutarne la respirazione. Facendola in breve il cane morì fra le sue e le mie braccia. Non ricordo di avere mai visto mio figlio piangere, avvolto in una disperazione quasi indescrivibile. Ho ricevuto da questo suo star male, senza parole, una richiesta di aiuto, non poteva e non voleva stare solo. Dopo qualche giorno gli ho telefonato per sapere il suo stato d’animo, mi ha risposto che è tornato prima dal lavoro, perché non si sentiva affatto bene…! Sono preoccupato e francamente non so cosa fare, mi può dare qualche consiglio? La ringrazio e la saluto
A. F.
Gentile A. , ha fatto benissimo a rimanere accanto a Suo figlio. Ha ascoltato subito e con efficacia la sua “richiesta di aiuto”. Il legame con un animale domestico, quale il cane, può infatti innescare un rapporto comunque significativo e profondo, sebbene diverso da quello con un altro essere umano. A volte può essere più semplice instaurare un legame di fiducia con questi piccoli viventi proprio perché si tratta di un legame senza filtri, libero da giudizi o condizionamenti. Un legame in cui, se davvero ci si prende cura del proprio animale, si possono imparare valori come lealtà, impegno, dedizione, gratuità. Possono essere un’ottima palestra per potenziare o addirittura riabilitare le capacità relazionali di un individuo: la pet-therapy è ormai riconosciuta come un efficace strumento per favorire lo stato di benessere delle persone. Lei descrive i ragazzi d’oggi come spesso “pensati senza valori”. Si tratta di un’analisi complessa e sfaccettata che richiederebbe di osservare la storia di ogni singolo caso. Sicuramente sono ragazzi più esposti e vulnerabili, vivono in una società globale che però non mette a disposizione adeguati strumenti di fronteggiamento. Soprattutto strumenti affettivi, che in primis devono fornire i genitori fin da quando i figli sono piccoli. Educare alle emozioni, all’ascolto. Suo figlio avrà sofferto anche la morte del nonno, ma magari in un modo diverso. Questa volta la sua reazione è stata più profonda e più chiaramente leggibile. Lei ha fatto bene a rispondere alla richiesta di Suo figlio. Le stia accanto in questo momento, sicuramente la sua vicinanza fisica e affettiva lo farà sentire meno solo e più protetto. Magari, quando si sentirà pronto, potrà aprirsi maggiormente con Lei e gettare le basi per un dialogo anche in futuro. Stia tranquillo. Passate del tempo insieme, ne uscirete entrambi arricchiti e il vostro legame sarà più forte.
Dott.ssa Nicoletta Agozzino
Psicologa Psicoterapeuta
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