Gli accadimenti politici degli ultimi tempi sono purtroppo assai poco edificanti: le recenti vicende di Mafia Capitale, per fare solo un esempio, evidenziano che la corruzione e la disonestà continuano a penetrare in molte istituzioni con grave danno sia dei cittadini sia dell’immagine del Paese. Ma quale genere di messaggi arrivano a un giovane che sente così spesso queste notizie? Quali modelli di comportamento vengono proposti alle nuove generazioni? Si tratta purtroppo di modelli molto negativi che possono generare risposte psicologiche e comportamentali di vario tipo. In alcuni soggetti prevale la sensazione di impotenza e impossibilità di cambiamento con conseguente disinteresse civico (basti pensare ad esempio alla scarsa affluenza alle urne); in altri scaturiscono delle reazioni aggressive di protesta violenta che possono però diventare pericolose per sé e per gli altri (come black bloc o altri gruppi estremisti); altri ancora possono identificarsi con questi modelli negativi acquisendone i criteri disonesti di comportamento. Non bisogna mai dimenticare infatti che la maggior parte dell’apprendimento deriva dall’osservazione di modelli, siano essi positivi o negativi.
Le nuove generazioni hanno un assoluto bisogno di modelli positivi con i quali identificarsi e da cui possono apprendere con efficacia valori come onestà, impegno, dedizione, coraggio, solidarietà, indipendenza di giudizio. Solo il possesso dei valori può garantire che il rispetto dello regole sia completo ed autentico.
C’è bisogno di eroi normali che siano da esempio semplicemente perché compiono il proprio dovere con responsabilità e impegno: sono questi i modelli positivi per le nuove generazioni. Bisogna educare ai valori e coltivare la memoria del passato per non dimenticare e per poter comprendere meglio il presente.
Il 19 luglio ricorre l’anniversario della morte di Paolo Borsellino, il 23 maggio è stato quello di Giovanni Falcone, sono passati 23 anni da quei tragici e tristi eventi. Due eroi normali che bisogna far conoscere alle nuove generazioni, affinché soprattutto i giovani abbiano il diritto innegabile di credere nel futuro e la consapevolezza di poter agire concretamente per migliorarlo.
Bellissima e significativa in proposito, una frase tratta dal film “La mafia uccide solo d’estate”: “Quando sono diventato padre ho capito due cose: la prima che avrei dovuto difendere mio figlio dalla malvagità del mondo, la seconda che avrei dovuto insegnargli a distinguerla.”
Dott.ssa Nicoletta Agozzino
Psicologa e Psicoterapeuta
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